Partire attraverso arazzi di cespugli, piccoli arbusti che vivono di quel sole spesso trattenuto dalle chiome dei lecci, dei pioppi, dei sugheri, alberi sempre più presenti verso la salita ripida.
Procedendo poco a poco con il cammino si vedono sbiadire lentischi, piante di lavanda e di cisto marino che lasciano a distanza di qualche foglia spazio ad un terreno più roccioso e saldo.
Anche le querce e i corbezzoli dai fiori bianchi e i frutti rossi compaiono più sporadici per lasciar scorgere ancora lontano il castello del Volterraio, un protagonista al quale la vegetazione fa da sipario.
Una struttura in pietra dalla storia antica che sembra sconfinare nella collina sulla quale poggia, un luogo di vedetta, un faro.
Un forte colmo di stratagemmi che connette i luoghi: partendo dalla torre di San Giovanni che comunica con Montecristo capace di riferire i segnali al Giglio fino ad arrivare alla costa laziale.
Le mura consumate si affacciano su di un bosco che sfuma per forme, colori e posizione.
Una quiete silenziosa, leggera, assopita nel cuore che risveglia quel senso di stupore nei confronti delle montagne e del cielo caduto tra le onde visibili da quella piccola fortezza.
Un panorama mozzafiato smussato dai pendii e da una natura così unica che si abbraccia sciolta nel mare profondo.