Quando siamo andati alle Miniera di Rio Marina, la prima cosa che non potevi fare a meno di notare era il luogo che avevamo intorno. Non passava assolutamente inosservato il colore, la roccia secca e consumata che ci circondava.
Abbiamo iniziato la nostra escursione, partiti dal centro del paese, un luogo urbanizzato con case, negozi, spiagge e mare, pieno di verde e vegetazione rigogliosa grazie alla primavera. Dopo pochi minuti di camminata ci siamo ritrovati nella più antica cava elbana per l’estrazione del ferro. Il luogo appariva deserto, abbandonato dai vecchi minatori e ora usato come luogo di interesse dove molto spesso i visitatori sottovalutano la fatica e il sudore versato su quella terra da chi prima la abitava. Per noi adolescenti è stata una semplice visita su un vecchio posto di lavoro, senza considerare il fatto che proprio questo posto era vissuto quotidianamente da signori che per sostenere sé stessi e la loro famiglia facevano uno dei lavori più faticosi al tempo.
Appena arrivati in miniera, quando ancora non avevo poggiato i piedi sulla strada sterrata, vedevo di fronte a me un vasto territorio che sembrava molto polveroso e facilmente sfaldabile, invece ciò che era sotto i nostri piedi era molto compatto e calcificato, sembrava quasi asfaltato a causa del colore se non fosse stato per lo sbrilluccichio dei minerali di ferro. Le pareti intorno alla cava erano ossidate rendendo la terra rossa come i cocci di laterizio.
Abbiamo osservato il panorama di roccia e il suolo che stavamo calpestando, abbagliati dai brillantini dovuti alla cristallizzazione dei minerali che con la luce potente del sole di quella giornata, non facevano altro che luccicare come piccoli frammenti di specchio. Sembrava di camminare su un cielo stellato.
Ci hanno fatto entrare dentro la cava con il permesso di raccogliere e portarci via i minerali del posto che trovavamo. Rachele, la guida che ci ha accompagnato, ci ha spiegato cosa stavamo guardando e cosa i minatori dovevano recuperare: ematite e pirite. Infatti sono tutti e due minerali derivati da trasformazioni chimiche del ferro e altri elementi naturali. Queste pietre, per essere di valore, devono essere cristallizzate. Come aspetto l’ematite si presenta allo stato non cristallizzato, come sassolini ruvidi e non levigati di colore nero, allo stato cristallizzato invece possiamo vedere sassi con schegge e lamelle. La pirite invece allo stato cristallizzato presenta forme geometriche, cubiche e pentagonali, il colore è giallo opaco più o meno scuro.
La parte est dell’isola d’Elba, ma soprattutto Rio Marina, è molto importante e ricca di ferro: lo si può notare dal colore del terreno dei campi non coltivati o dalla terra al bordo delle strade.
Mi è sembrato che facesse più caldo rispetto alla parte occidentale, forse perché il ferro trattiene il calore oppure il colore nero attira il sole… sole che comunque ci ha fatto compagnia in un’esperienza da rifare.
Giorgia Scotto
3° CAT