Siamo diretti al Castello del Volterraio, il sentiero che stiamo percorrendo è immerso nel verde, nella nostra amata macchia mediterranea.
Troviamo inizialmente cespugli, arbusti di rosmarino e di lavanda oppure il cisto marino, con l’avanzare nella natura iniziamo a incontrare i tipici “abitanti” del nostro ambiente, i lecci, i veri protagonisti della nostra storia ambientale, purtroppo in gran parte tagliati negli anni passati e sostituiti da molte pinete.
Continuando il nostro percorso naturalistico inizia ad apparire nel nostro campo visivo un altro tipo di pianta, anche questa molto ricorrente nella nostra macchia, la sughera: un albero molto particolare, con una corteccia friabile e inaspettatamente ignifuga e isolante, una pianta che, se non viene tagliata, resiste agli anni e a gli incendi: la sughera conosce il passato, il presente e anche il futuro che scorrono imperterriti nella nostra isoletta.
Adesso il sentiero si fa più ripido e il castello inizia a sovrastarci dalla cima, la curiosità di visitarlo e conoscere la sua meravigliosa storia si fa sentire.
La nostra guida inizia a farci addentrare nel mondo storico che porta alla costruzione e al mantenimento della fortezza già dal tempo dei romani.
Il Volterraio veniva usato come mezzo di comunicazione per le varie isole dell’Arcipelago: comunicavano con segnali di fuoco Capraia, Montecristo e l’Elba tra di loro e con Piombino e la costa italiana, arrivando fino al Lazio.
A fine visita, tutto l’itinerario fatto all’inizio dell’avventura viene ripercorso, man mano che si scende di altitudine il paradiso ambientale nel quale eravamo immersi fino a poco tempo prima inizia a sfumare, lasciando spazio alla realtà edificata e asfaltata della nostra vita quotidiana.